COLLEZIONARE  FRANCOBOLLI,  ALBORI E CONSAPEVOLEZZA.


Vecchio Album a linguelle

Negli anni '70, per molti ragazzi della mia età, la collezione di francobolli ha rappresentato un' interessante attrazione, un'assoluta novità a carattere culturale e una delle poche cose, semplici e interessanti, per occupare il tempo libero.

Abitavo nella periferia di Prato, in campagna, e devo dire che riuscire a trovare dei francobolli non rappresentava una cosa alquanto facile; riuscivamo a reperire i veri e propri francobolli da collezione  solo alla cartoleria del paese o presso l'unico negozio filatelico della città,  quando ci recavamo e soprattutto quando arrivavano un po di soldini nei momenti delle ricorrenze classiche dell'anno.

Ricordo che alle elementari e alle medie quasi tutti i ragazzi della mia classe facevano la collezione dei francobolli, inizialmente come tutti un po alla rinfusa senza un indirizzo preciso; eravamo soprattutto degli accumulatori,  riuscivamo a reperire il materiale frugando nelle corrispondenze di famiglia, o presso le aziende dove lavoravano parenti e genitori che avevano piccoli archivi con cose di tempi passati. 

I francobolli che riuscivamo a reperire, li staccavamo da vecchie lettere o dalle classiche cartoline, li immergevamo a bagno in acqua calda e dopo un'accurata asciugatura li mettevamo nell'album, che poi non era altro che un classificatore a listelli trasparenti; pensare di mettere da parte il documento intero non era costume di quell'epoca, troppo complicato, la soddisfazione stava nel coccolarsi il francobollo con le pinzette, osservare i particolari con la lente, insomma custodirlo a modo.

Era il periodo in cui si trovavano ancora degli esemplari sui quadernetti quadrettati applicati con le classiche linguelle (molti giovani collezionisti non le conoscono proprio), scomode, complicate , ma che a mio avviso lasciavano i francobolli molto arieggiati e devo dire che quando trovi vecchie collezioni applicate in tal modo, i francobolli sono in ottimo stato.

Un giorno, in occasione di una visita dai miei nonni materni , che abitavano a Prato in centro, rovistando in soffitta, notai in un ammasso di vecchi  libri appartenuti a mio zio. Tra questi c'era un piccolo catalogo datato 1961, chiaramente era molto sintetico rispetto agli attuali e come catalogazione iniziava dai francobolli del Regno, con un appendice ai Sardegna e alle Province Napoletane; studiandolo a modo e con questa novità tra le mani  riuscii a capire come funzionava la cosa e iniziai a pensare cosa potevo fare per poter raggiungere un periodo completo con tutti i francobolli descritti e menzionati in quel catalogo, ma non esistevano alternative per le possibilità dell'epoca, l' unica cosa che si prospettava possibile da realizzare era la Collezione usata di Repubblica, la più diffusa in quel momento, l'unica abbordabile, ma era già un inizio provarci.

Devo dire che in tutto il periodo degli studi sono riuscito a portare avanti bene le mie raccolte e mi sono dedicato oltre che alla Collezione di Repubblica usata anche a quella nuova, via via mi appassionavo sempre di più alla raccolta e avevo cominciato ad avere alcuni dei pezzi un po più pregiati. 

Ricordo benissimo il giorno in cui riuscii a mettere in collezione il francobollo della Repubblica Romana, un francobollo che mi piaceva particolarmente, lo consideravo di un certo livello come il 100 Lire della serie Democratica, avere quegli esemplari mi faceva appassionare maggiormente, perché avere in raccolta i pezzi di una certa importanza, gratifica molto, poi intendiamoci erano tempi particolari, molto diversi da oggi, ci bastava  poco per divertirsi e passare le ore sui francobolli, maneggiarli, è sempre stato per me motivo di vera soddisfazione.

Quando invece si finiscono gli studi e si inizia a lavorare, il discorso cambia, si riesce ad acquisire le cose che ti sono sempre mancate e anche a completare le raccolte rimaste incomplete;  in particolar modo iniziai ad interessarmi anche al primo periodo del Regno d'Italia. Mi piacevano i francobolli ordinari, tra l' altro taluni molto costosi, alcuni veramente difficili allo stato di nuovo, ma non disperai, ho sempre costruito pian piano, mattone su mattone, concentrandomi su un esemplare dopo l' altro e non perdendo di mira l'obiettivo finale. Non mi sono mai fatto prendere dalla mania di accumulare, ma ho sempre preferito selezionare, questa dote naturale che forse possiedi un pò per natura, mi è servita molto, specialmente in seguito, anche quando la maturazione filatelica mi ha consentito di proseguire su una strada molto più complessa e piena di particolarità qual è la Collezione sugli Antichi Stati Italiani preunitari.


Era l'anno 1984 quando cominciai ad interessarmi ai francobolli di Toscana, a Firenze, entrai in un piccolo negozio filatelico che si trovava in Via dell'Oriuolo di proprietà di un certo Donnini.
Era una persona molto gentile, disponibile, come per altro erano molti commercianti di quell'epoca, e  mentre parlavamo del più e del meno come era costume fare nei negozi dei commercianti, entrò in negozio un signore distinto che propose al proprietario l'acquisto di un librettino nel quale erano applicati con le linguelle diversi francobolli, molti di questi erano degli Antichi Stati Italiani, tre francobolli erano di Toscana.


 
4 crazie verde azzurro su grigio

Questo che mostro è il primo francobollo di Toscana che ho acquistato in quell'occasione, che ho sempre conservato e che di diritto fa parte ancora della mia raccolta, come "The First"; giustamente nessuno può torglirli questo tributo, ebbene con questa, nuova, prima acquisizione ebbe inizio una vera e propria dedizione per questi francobolli che all'inizio mi sembravano anche strani, insoliti rispetto ai tradizionali che avevo avuto in mano fino ad allora e che siamo abituati a vedere frequentemente. Non presentavano la classica dentellatura, con questo disegno storico, originale, mitico ma allo stesso tempo trasmettevano una sorta di ricordo del passato di noi toscani, il simbolo classico del marzocco, sobrio, possente, sontuoso, penso sia stata un' ottima scelta all'epoca per rappresentare la storicità granducale, rappresentavano veramente un fascino di vissuto.
Tanta era la passione che la volontà di studiare questi francobolli fu avvolgente, totale così che iniziai ad entrare e studiare l'argomento a pieno.
La cosa mi prese a tal punto e mi appassionai talmente tanto a questi francobolli che capii con assoluta certezza che la mia collezione del futuro sarebbe stata sicuramente quella, abbandonai tutto il materiale raccolto fino ad allora e mi concentrai a pieno sulla nuova scoperta filatelica.
Acquistando i cataloghi specifici e specializzati che trattano gli Antichi Stati Italiani, mi resi conto subito che il problema nel collezionare questi francobolli non stava tanto sulla reperibilità, che nel frattempo continuava con esemplari tra i più comuni,  ma sull'aspetto economico.
In effetti completare una serie dei  pezzi tipo era un gran problema, il 60 crazie e il tre lire, i cosiddetti pezzi chiave della raccolta erano francobolli costosissimi e assolutamente proibitivi, e  contrariamente a quasi tutti gli altri Antichi Stati Italiani, la collezione di Toscana comprende non soltanto i due pezzi citati, ma anche altri diversi valori della serie non comuni e anch'essi abbastanza duri, praticamente la più difficile da rimettere insieme, un vero e proprio problema.



Negli anni successivi ci fu una vera e propria rivoluzione da un punto di vista collezionistico perchè iniziai a frequentare i convegni filatelici con predominanza di quelli più importanti di Verona e di Milano, che per me rappresentarono un momento topico incredibile, un divertimento assoluto, venire a contatto con i personaggi più in alto della filatelia italiana con i quali da giovane del settore avevi anche una certa reticenza non era facile, conoscere nuovi collezionisti, scambiare opinioni, imparare a muoversi in un mondo nuovo; cominciai in quel periodo a frequentare negozi e studi filatelici a Firenze, conobbi personaggi di assoluta levatura come Dino Dardi, Torello Orlandini, Romano Donnini, e l'altro Orlandini, Giangiacomo, un commerciante e conoscitore assoluto, con un esperienza pazzesca titolare della Italphil di Roma che aveva sede anche a Firenze, instaurai rapporti anche con tutti gli altri della zona, ma avevo  un feeling maggiore con questi anche perchè trattavano con maggior frequenza materiale degli Antichi Stati, in particolare Dardi aveva uno stock incredibile, il problema era che aveva una frequentazione di clientela di altissimo livello e quindi restare a quel rango non era facile.





L'Agenzia Filatelica Toscana del Marchese Ponticelli (sulla porta) all'inizio del '900, che poi fu di Dino Dardi in Via Bufalini a Firenze e che rimase sempre in quella posizione storica fino alla morte de Dardi, tanto da fregiarsi di una delle attività storiche più antiche d' Italia, che non era il solito negozio ma un salottino da ricevimento.


Aladino Dardi era nativo di Montale, un piccolo centro nella Provincia di Pistoia confinate con il comune di Prato, il padre l'aveva mandato a Firenze e aveva iniziato a lavorare a 14 anni, facendo il garzone in alcune attività dell'epoca, per farsi strada e cercare di avviare un attività, successivamente nel 1929,  fu assunto come assistente e collaboratore nell'azienda filatelica del Marchese Ponticelli, un ricchissimo personaggio e una delle ditte più importanti della città e delle migliori d'Italia, negli anni successivi mi pare una decina dopo, il Marchese venne a mancare, e Dino Dardi contrariamente a come si possa immaginare, non rilevò la più che  avviata e funzionale attività dalla famiglia del defunto, ma gli fu lasciata in eredità come volere del Ponticelli per il contributo, la serietà e la passione che aveva dimostrato durante i diversi anni di malattia del Marchese nel gestire l'azienda, quindi si ritrovò a capo di una Ditta importantissima, con uno stock esagerato e una clientela di prim' ordine, fu da lì che iniziò la sua fortuna filatelica, che cessò intorno alla fine degli anni '90.



Negli innumerevoli incontri, proprio nello studio di Dardi in Via Bufalini ( una sorta di salottino della filatelia pregiata fiorentina, che aveva proprio una saletta di attesa molto giusta per potersi intrattenere a chiacchiera come si dice noi toscani e che era frequentata da personaggi di rango della Firenze dell'epoca) sono riuscito a capire molto bene e precocemente il concetto che poi non ho più abbandonato, quello riferito all'importanza della grande qualità. Dardi, quando non c'erano clienti, mi mostrava cataloghi di asta di anni precedenti che contenevano immagini di francobolli di incredibile bellezza e ripeteva sempre come una canzoncina di successo, il suo motto classico "meglio un esemplare in meno, ma bello, la qualità a lungo andare rimane e paga sempre, da un punto di vista della soddisfazione e dell'aspetto economico", devo dire che questo concetto mi è servito molto, ma riconosco ancora oggi che è molto difficile da praticare, perché solitamente il collezionista è un personaggio che non riesce ad aspettare, è preso dalla mania del possesso e spesso si rifugia nell'accontentarsi di oggetti più normali, che vanno bene lo stesso, intendiamoci, ma che a parer mio non rappresentavano lo scopo che mi ero prefissato in funzione degli oggetti che oramai ero abituato a vedere con frequenza e che mi sembravano gli unici validi da inseguire, riconosco comunque che  è veramente difficile saper aspettare, ma la qualità va saputa aspettare specie se si ha bene in mente dove si vuole arrivare.



Sulla base di queste importanti considerazioni cominciai a recensire per quanto possibile la qualità degli esemplari che via via vedevo nei cataloghi d'asta e contemporaneamente iniziai a ricercare i vecchi cataloghi delle vendite del passato, ma la filatelia in quegli anni girava a pieno, il mercato filatelico era veramente in stato di salute e non è stata cosa facile reperirli, non si trovavano facilmente,  perchè nessuno se ne disfaceva volentieri. Per fortuna a Prato nascevano gli Studi Storici Postali diretti da Aldo Cecchi, un caro amico che mi faceva scartabellare tra gli innumerevoli cataloghi d' asta che aveva recuperato da donazioni e da acquisizioni e che stava sistemando in maniera bibliotecaria dai quali prendevo appunti e fotocopiavo le pagine desiderate, lo devo ringraziare perchè quando capitava che ne aveva di doppi non esitava a regalarmeli, devo dire.......grande persona.



La Collezione aveva iniziato a prendere forma e continuava tranquilla con la giusta calma ad arricchirsi, i valori bassi  e più comuni capitavano e ogni tanto qualche esemplare a modo entrava a far parte della nuova raccolta; ero sempre concentrato su questi francobolli, vedere dal vero il materiale, ti serviva per capire tante cose nuove; i colori della varie tipologie di emissioni, la conservazione, che solo in tal modo la comprendi e l' acquisizione dell'esperienza che ti fa essere prima di tutto conoscitore dell'argomento e ti prepara ad essere il solo a decidere sugli eventuali acquisti o meno di un oggetto, poi sono arrivati due momenti topici importanti che descrivo sommariamente.



LA COLLEZIONE PEDEMONTE

Nel 1991, una svolta molto importante per il mio percorso fu rappresentata dalla presentazione e vendita della "Collezione PEDEMONTE"  da parte della ditta torinese Bolaffi, collezione molto conosciuta agli operatori del settore, peraltro costruita negli anni da Ercole Lanfranchi, quasi esclusivamente da acquisizioni ottenute attraverso la Ditta medesima e dove un certo Giulio Bolaffi aveva fatto da protagonista e da attore principale, un vero panorama di qualità in materia filatelica, collezione che era stata presentata negli anni a diverse manifestazioni filateliche in giro per il mondo e che rappresentò per me una vera immensa  soddisfazione nel poterla esaminare prima della vendita. Gli oggetti contenuti recavano quasi esclusivamente la firma peritale di Giulio Bolaffi, che per me  rappresenterà sempre un sinonimo di garanzia ma soprattutto di indubbia e assoluta qualità a volte inarrivabile; che Collezione...... in sostanza un  bagaglio di informazioni stupende.
A partire da quell'asta del Marzo '91, che ebbe dei risultati sensazionali, la Ditta Bolaffi ha inanellato una serie di Aste con continuità con la frequenza di due sessioni all'anno, che sono arrivate fino a tutt'oggi, e che comprendono sempre materiale di grande pregio, proveniente sicuramente da acquisizioni da loro vecchi Clienti e anche dal loro immenso e straordinario stock.
La cosa più importante relativa a questa continua proposta di esemplari nelle varie vendite, rappresentò per me un importante catino di informazioni; succedeva che prima delle due aste primaverile ed invernale, il materiale veniva fatto visionare oltre che presso la loro sede, anche al Convegno di Verona al loro stand, la data dell'asta era posticipata a due o tre settimane dopo tale convegno, proprio per dare la possibilità ai collezionisti di visionare in diretta i lotti. Quel momento ha rappresentato una fantastica occasione, poter vedere in diretta negli anni tantissimi esemplari, anche di eccezionale qualità, recensirli e farli propri costituisce veramente un bagaglio di importanti conoscenze; penso che non ci sia esperienza migliore in filatelia di quella del poter comparare, assimilare, rapportandosi a materiale che hai davanti dal vero.




LA COLLEZIONE DEL CONTE BARGAGLI PETRUCCI


Lorenzo Veracini
La vita è veramente strana, a volte se ti deve sorprendere non ti lascia scampo, era il 1992 ed un pomeriggio entrando in un negozio filatelico a Prato, un distinto signore che non conoscevo, sentendomi parlare dei francobolli di Toscana, mi si avvicinò e mi chiese se poteva darmi un consiglio. Io risposi che era molto gradito, e lui  suggeriva di recarmi ad un indirizzo specifico ad Empoli e contattare un certo sig. Lorenzo Veracini; essendo un suo cliente ed avendolo visto pochi giorni prima, era venuto a conoscenza che tale Veracini avrebbe acquisito di li a poco la Collezione di Toscana del compianto Conte Filippo Bargagli Petrucci, conoscitore, collezionista da sempre ma anche gran commerciante dei francobolli classici e in special modo una fonte immensa sui francobolli e la storia postale toscana; la Monografia da lui scritta rappresentava il maggior testo riguardante gli Annullamenti del periodo Filatelico di Toscana, testo che personalmente suggerisco ancor oggi a chi inizia questa favolosa avventura. 
Nei giorni successivi lo contattai e fissai un incontro, ricordo rispose che potevo andare quando volevo che lui era sempre disponibile, fu così che un giorno andai a trovarlo all'ora di pranzo, ci siamo presentati e abbiamo mangiato qualcosa insieme, poi siamo andati al suo studio e mi ha fatto vedere la Collezione, che ho visionato con calma e che ho apprezzato particolarmente. Mi resi conto che era molto interessante e immediatamente opzionai certi francobolli specifici, lui molto garbatamente pur non conoscendomi, me li mise da parte in un cartoncino personalizzato, da quel giorno i nostri incontri si sono intensificati e per certi periodi ci siamo visti con continuità, abbiamo instaurato un buon feeling, lui da esperto conoscitore di francobolli e della Storia Postale, io che gli facevo vedere via via esemplari della mia raccolta in condizioni che nonostante la sua l'esperienza non si vedevano con frequenza, fu molto contento che gli esemplari di gran qualità della Collezione del Conte, così lo chiamava lui, entrassero a far parte della mia.
Che dire di Lorenzo Veracini, non ci sono parole per caratterizzare questa singolare persona, dire un amico è poco, era una persona squisita, era commerciante, si certo, un vero abile commerciante, ma ponderato, era un collezionista, perchè la sua passione per i francobolli era immensa, una persona con la quale veramente ci puoi passare ore insieme e ti sembrano sempre poche; devo dire che tra tutte le persone che ho conosciuto nella mia esperienza filatelica è sicuramente la migliore, la più genuina, quella da cui hai un parere sempre giusto, obiettivo. Ho conosciuto personaggi per diversi versi squisiti, ma nessuno aveva la semplicità nel dialogare, il carisma e lo charme di Lorenzo, lo dovrò sempre ringraziare e ricordare per le nostre cene e i nostri intrattenimenti fin tardi al suo studio a vedere materiale, l'odore di sigaro toscano della sua stanzetta di Via Papa ad Empoli mi rimarrà sempre in mente, impossibile da dimenticare.

La Collezione Bargagli era di proporzioni immense, il panorama filatelico nazionale non si è reso conto bene della grandezza e della complessità di questa raccolta, anche perchè è passata abbastanza privatamente in sordina, a più riprese, lentamente, senza essere pubblicizzata più di tanto, spaziava dalle collezioni classiche del panorama dell'Area Italiana, compreso le Colonie, all' Europa e perfino all'Oltremare, cito solo i fantastici occhi di bue di Brasile che ho avuto modo di vedere, stupendi, accattivanti.

La parte relativa alla Toscana, comprendeva lo studio particolareggiato dei francobolli e la più ampia Collezione degli Annullamenti fu acquisita e commercializzata in più volte, la prima parte che arrivò allo studio di Lorenzo furono diversi album a carattere verticale, piccoli di cuoio cucito a mano con l'inserimento delle  pagine verticali dall'alto e comprendevano i francobolli sciolti nelle varie tipologie, nei vari colori, con dei multipli e diversi frammenti completi montati con le linguelle sulle pagine quadrettate con evidenziato bene gli esemplari che tra questi comprendevano i difetti costanti di clichés che il Conte aveva iniziato a recensire e catalogare.
Nella raccolta degli sciolti usati montati nelle varie paginette, mancavano il 9 crazie del 59 e il 3 Lire del Governo Provvisorio, dei nuovi, pochi, era presente solo un bel 60 crazie; devo dire che le pagine era piene di francobolli tipo, specie nei valori più comuni, con tipologie di colori delle varie emissioni, con alcuni multipli di cui due quartine del 2 crazie e comprendenti veramente molti esemplari di prima scelta, gli esemplari di qualità eccezionale che andavano bene al mio progetto non erano tantissimi, ma alcuni valori per fortuna erano in condizioni spettacolari, non facili da rintracciare in quella qualità.

1 SOLDO I° Emissione del "51



Tra i francobolli presenti in questa bellissima raccolta erano veramente meritevoli di interesse i due francobolli da 1 SOLDO delle due diverse filigrane, corone del '51 e linee ondulate del '57, francobolli che arrecano la firma del Conte Bargagli e quella estesa di Emilio Diena, che non avevano certificati peritali; a detta della Contessa, moglie del Compianto, che poi ho avuto l'opportunità di conoscere, facevano parte della raccolta di famiglia da moltissimo tempo, infatti devo dire che non mi è mai capitato di vedere fotografati questi due francobolli in vecchie pubblicazioni o vendite all'asta nonostante il lavoro di ricerca che ho effettuato in anni di studio e collezionismo, una sorta di pezzi inediti, che ho lasciato tali ad oggi.


1 SOLDO Emissione del "57



Nei prossimi post specifici sui francobolli tipo, e impostati su un "francobollo alla volta" non mancherà l'occasione di mostrare altri pezzi acquisiti da questa mitica raccolta e di ritornare a parlare di questi importanti amici e personaggi, che hanno fatto la storia della filatelia e sicuramente della mia Toscana.
E' doveroso ricordare le conoscenze e l' amicizia con Paolo Vaccari, Giacomo Avanzo, i Ghiglione di Genova, Paolo Gazzera e il simpaticissimo padre e tantissimi altri che sarebbe lungo citare, commercianti e amici collezionisti, tutto il gruppo degli Empolesi conosciuti all'epoca del Veracini e ora soci in Aspot, gli amici di Forum Filatelici, che mi hanno sostenuto e consigliato e che hanno lasciato un' importante impronta nel mio percorso di collezionista di Toscana.


Grazie a condividere con me queste parole, un caro saluto a tutti.

A presto una nuova pubblicazione.





























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